Il volto. La maschera. Il sacro. è un percorso/esperienza artistico-spirituale che all’interno del Santuario di Lucia, accoglie tutti i visitatori e turisti, nonché i pellegrini, appena giungono a Venezia, visto che essa si trova a pochi passi dalla Stazione ferroviaria e da Piazzale Roma.
L’allestimento coinvolge due opere dell’artista Gianni Turin, MisteriosaMente e Memento, sculture polimateriche che invitano alla riflessione sull’immagine di un uomo senza volto, che il rettore della chiesa, don Gianmatteo Caputo ha scelto per spingere a riflettere sul rapporto fra identità e persona, volto e spirito, ovvero il riconoscimento del sé.
Il percorso porta poi ad accostarsi alle reliquie della santa, dove la sua maschera in argento, voluta da Papa Giovanni XXIII, non ne nasconde il volto ma ricorda i tratti della giovane martire siracusana vissuta circa 1700 anni fa, tratti desunti dalla iconografia tradizionale.
“Le opere scelte per dialogare con il Santuario di Lucia richiamano l’attenzione al tema del sacrificio in senso cristiano, presente nel mio lavoro da oltre un decennio ma con echi che arrivano anche alle opere degli anni Settanta/Ottanta. Mi sembrava dunque significativo accostare/dialogare/riflettere sulla martire di Cristo, Lucia.”(Gianni Turin)
Un’esposizione/esperienza, che, nel tempo di Carnevale nel quale la maschera è occasione per celarsi e per confondersi, porta invece a riflettere sul senso di sé e della propria immagine e identità, a pensare a ciò che ci caratterizza, e davanti alla reliquia della santa ci spinge a confrontarci su ciò che resta di noi “dopo di noi”.
Memento, 2012 – Polimaterico su tavola bifacciale (olio su tavola, stucco ceroso su tavola, ferro) 140x255x43 cm
Identità incastonate come pietre nella memoria collettiva dove, un uomo menomato, ma nel contempo pilastro di ideali diviene segno potenzialmente durevole nel tempo. Memento parla di un uomo che, pur sottomesso alla barbarie dell’oppressore, posto su un erma si erge come epigrafia, cioè segno potenzialmente durevole nel tempo: collocata nel luogo che custodisce l’urna di Lucia, l’opera ricorda la più antica testimonianza del culto di Lucia, un’epigrafe marmorea del IV secolo rinvenuta nelle catacombe di Siracusa. Nell’opera misteriose ombre amplificano il ricordo, mentre il bagliore divino che l’attraversa è richiamo a Lucia come simbolo di luce.
MisteriosaMente, 2014 – Polimaterico (olio su tavola intelata, ferro) 26x146x21 cm
MisteriosaMente affronta il tema della celebrazione del mistero e della celebrazione della mente umana. Il volto-maschera in questo caso si presta a una duplice lettura: un volto in divenire, un’apertura e un volto in chiusura, mascherato, introspettivo. L’opera, nella sua collocazione, sembra guardare l’immagine della santa; il rimando alla maschera in argento che ricopre il volto della martire è immediato. Rivisitazione di busti celebrativi neoclassici su tronchi di colonna di derivazione canoviana, dove la luce crea nelle bianche e levigate superfici delle morbide ombre di forte spiritualità, riportandoci ancora una volta alla devozione popolare che ha sempre invocato Lucia a protezione della vista per il suo nome (da lux, luce), Lucia, simbolo di luce.
L’esposizione è Partner Event del Carnevale della Cultura di Venezia 2019 ed è inserito nell’esposizione diffusa di Gianni Turin Memoriale, curata da Sandro Gazzola, che vede coinvolti, oltre al Santuario di Lucia, l’Accademia di Belle Arti, la Pinacoteca e il Museo dell’Isola degli Armeni e Ca’ Zenobio.
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