ll presepe è una rappresentazione della nascita di Gesù la cui tradizione risale al medioevo. SI basa sui vangeli di Matteo e Luca che narrano la nascita di Cristo, ma arricchiti dai racconti dei vangeli apocrifi e altre fonti non bibliche.
A questi testi si rifanno anche le tradizioni iconografiche che si sono succedute nei secoli.
Essenziali alla raffigurazione della natività sono Maria, Giuseppe, il Bimbo a cui si affiancano i pastori e l’angelo, i magi e altre figure quali l’asino e il bue, la grotta o la capanna ecc.
Al Santuario sono presenti ben quattro rappresentazioni:
Una icona russa, che anticamente costituiva il modello per la rappresentazione della Natività. ‘Dio si è manifestato nascendo ‘ ha scritto Gregorio Nazianzeno (329-90 c.). L’evento è dinanzi agli occhi dei fedeli, tutto il creato ne è partecipe. Dagli angeli alla terra agli animali, tutto rende gloria a Dio. La riflessione teologica si esprime in immagini che sono meditazione sull’incarnazione. La mangiatoia a forma di tomba è richiamo al mistero pasquale. Gli angeli assistono alla nuova creazione dell’uomo nel figlio di Dio.
Un presepe napoletano in tessuto, antica rappresentazione ambientata tradizionalmente nella Napoli del Settecento, che secondo una tradizione ininterrotta tutt’oggi viene vissuta specie nella nota via dei presepi (via San Gregorio Armeno).Rispecchia la devozione popolare e i racconti orali per suscitare la pietà. L’attualità del mistero di Dio presente in mezzo agli uomini viene resa dal contesto di tempo e di luogo.
L’arte veneziana ha fatto tesoro nei secoli degli elementi popolari e della tradizione teologica. Qui sono presentate due Sacre famiglie, di Jacopo Tintoretto e Giovanni Mingardi, che sono una traduzione in immagine del mistero del Natale. Meditazione sull’umiltà di Dio fatto uomo e sulla salvezza che è “germogliata dalla terra”, esse sono riferimenti indiretti al Natale, che puntano sulla partecipazione emotiva dei fedeli. Natale è vissuto celebrando l’Eucarestia: per questo Maria regge il Bimbo su un sudario, Giovannino lo preannuncia come Messia e Giuseppe mostra il legno da falegname ma che richiama la croce.
La luce del Natale riflette già la luminosità del trionfo Pasquale.